Ero bloccato su una tesi che non mi stava portando da nessuna parte

TESI DI LAUREA SUI CRUCIVERBA

Poi, grazie a un incontro casuale, la svolta decisiva

Pisa, fine anni '90

Appassionatomi alla Robotica grazie a una serie di seminari (e una gara fra robot autocostruiti) presso la Scuola Superiore Sant'Anna, avevo deciso di svolgere la mia tesi di laurea su un argomento che trovavo affascinante: sciami di piccoli robot.

Falsa partenza

Il sogno...

Già mi vedevo circondato da decine di robottini da me costruiti che, coordinandosi fra loro, esploravano ambienti, individuavano oggetti e ostacoli sul loro cammino e, collettivamente, costruivano via via la mappa degli spazi nei quali si trovavano.

... e la realtà

Parlandone con un ricercatore del Sant'Anna - che volentieri si era offerto come referente, dal momento che non ero un membro della Scuola - capii ben presto che la costruzione di un piccolo robot autonomo avrebbe richiesto alcune settimane. Per costruirne altri quattro o cinque - da dotare, fra l'altro, di un sistema di comunicazione - in modo da avere un piccolo sciame, ci sarebbero voluti alcuni mesi. Sarebbe poi stata necessaria una fase di sperimentazione per addestrare i piccoli automi, seguita dall'analisi e sintesi dei risultati ottenuti. Il tutto avrebbe portato la durata della tesi a quasi un anno.

Tempi troppo stretti

Purtroppo tutto questo tempo io non lo avevo: essendo studente lavoratore, puntavo a sfangarla in qualche mese, in modo da laurearmi entro al massimo la sessione invernale straordinaria, per evitare di pagare le tasse universitarie per l'anno accademico successivo.

Così convenimmo che una simulazione al computer di uno sciame di robottini sarebbe sicuramente stata più adeguata alle mie necessità.

Ricerca di sponsor: primo tentativo

Fra i docenti del Dipartimento di Scienze dell'Informazione - a quei tempi Informatica si chiamava così - riuscii a trovare chi pensavo avrebbe potuto seguirmi nello svolgimento della mia tesi.

Purtroppo, però, la professoressa non brillava per costanza e attenzione. Spesso mi ritrovai, infatti, a spiegarle per l'ennesima volta gli obiettivi della mia tesi e i passi che stavo compiendo per darle una struttura.

Un semplice simulatore l'avevo già implementato e mi occorreva costruire almeno una scaletta del lavoro che avrei dovuto svolgere.

Alla scarsa concentrazione della docente, si aggiunsero nel tempo appuntamenti rimandati più volte, appuntamenti ai quali neanche si fece trovare e incontri del tutto improduttivi.

Cambio di tesi

Ricerca di sponsor: secondo (e risolutivo) tentativo

Un giorno, mentre sconsolato mi aggiravo per i corridoi del Dipartimento, dopo l'ennesimo buco nell'acqua con la professoressa, incontrai per caso una compagna di studi e cara amica, la quale, vedendomi abbacchiato, mi propose di seguirla dal professore del quale, tempo prima, avevamo insieme seguito e superato (con un ottimo voto) un esame assai interessante, relativo a tecniche avanzate di calcolo numerico.

Del professor Francesco Romani avevo un ottimo ricordo: al primo anno avevo seguito il suo corso di Teoria degli Algoritmi e Calcolabilità e poi avevo inserito un suo ulteriore corso (Analisi Numerica) fra i corsi cosiddetti elettivi cioè corsi scelti dallo studente da un insieme di corsi non obbligatori.

Chiacchierammo un po' e venne fuori che avevo scritto un software per creare automaticamente schemi di cruciverba.

Il software funzionava abbastanza bene ma in alcuni frangenti rallentava in modo inspiegabile e, a volte, proprio non riusciva a completare la composizione.

Un'idea da migliorare

Isomorfismo fra matrici e cruciverba Compresa la mia situazione, il prof mi propose di svolgere una tesi sui cruciverba. Costruimmo una relazione (più precisamente, un isomorfismo) fra una particolare classe di matrici e gli schemi di cruciverba. In parole semplici, riuscimmo a stabilire che qualsiasi schema di cruciverba di qualsiasi dimensione era riportabile a una matrice di una particolare tipologia e viceversa.

Mancava un tassello importante all'idea: un modo efficiente per trasformare la matrice associata a uno schema di cruciverba in una matrice la cui struttura avrebbe fornito la migliore sequenza di inserimento delle parole nel cruciverba.

Indigestione di informazione

Lessi decine di articoli che parlavano della particolare classe di matrici e riuscii a estrarne i metodi più diffusi ed efficaci per trasformarle.

Dopo alcune prove, individuammo un metodo che, rispetto ad altri, era più veloce e anche di più semplice implementazione.

Adesso il software per creare automaticamente cruciverba non si piantava più.

Tirai un sospiro di sollievo. Vedevo ormai certa la data della mia laurea e soprattutto avevo allontanato la prospettiva di dover pagare le tasse universitarie dell'anno successivo.

La fine degli esami

Mentre strutturavo e scrivevo la tesi, detti anche l'ultimo esame che mi portavo dal primo anno: Algebra. Ero diventato lo zimbello dei compagni a causa di un esame che avevo tentato decine di volte, nel corso degli anni. Presi un buon voto e questo mi ripagò ampiamente delle umiliazioni subite.

Il mistero algebrico

Ripensandoci a distanza di molti anni, ancora non mi spiego il perché di tante difficoltà nell'affrontare una materia che, in fondo, mi è sempre piaciuta: numeri interi, Aritmetica, criteri di divisibilità, numeri primi, teoria dei gruppi, costruzione di sistemi algebrici, algebre booleane. Fra l'altro, strumenti fondamentali per lo sviluppo di software e sistemi di elaborazione dei dati.

Perché, per anni, non ero riuscito a superare l'esame di Algebra? Mistero.

Coautore di articoli

Gli articoli scritti col prof In aggiunta allo sblocco della tesi e al completamento degli esami, fui molto onorato di ricevere dal prof la proposta di scrivere insieme alcuni articoli per "MC - Microcomputer", una rivista di Informatica molto in voga negli anni '80 e '90. L'argomento era inusuale: affrontare giochi famosi con l'ausilio di Mathematica, un sofisticato software per il calcolo tecnico e scientifico.

Io scrivevo la parte introduttiva, spiegando funzionamento e problematiche di un gioco e Francesco - il prof, col quale ormai ci davamo del tu - si occupava di implementare in Mathematica un metodo per affrontare la soluzione del gioco.

E così, a dicembre 1997, sul numero 179 della rivista apparve il primo di quattro articoli scritti insieme al prof.

Francesco fece in modo di farmi apparire come coautore e quindi provai l'emozione di vedere il mio nome in testa a un articolo di una rivista specialistica.

Oltre a questo, dato che gli articoli erano remunerati, Francesco mi corrispose ogni volta la metà del compenso che ricevette dalla rivista.

Cosa potevo desiderare di più?

Finalmente - in maniera inaspettata - tutto si stava sistemando.

Il giorno della tesi

La mattina del 24 aprile 1998 discussi la mia tesi davanti a una commissione che si mostrò piacevolmente colpita dall'inedita applicazione dell'Informatica all'Enigmistica.

Del controrelatore Roberto Bevilacqua, docente di Calcolo Numerico, ricordo ancora il sorriso sornione e compiaciuto mentre io, con molto entusiasmo, spiegavo i vari aspetti poco noti della composizione di uno schema di cruciverba.

Come non dimenticherò mai lo sguardo attento e sorpreso di Stefano Pallottino, leggendario docente del temibile esame di Ricerca Operativa e Gestione Aziendale che volle giustamente capire come funzionasse la connessione matrici-cruciverba e comprendere come un algoritmo usato per riordinare una classe di matrici potesse ottimizzare la composizione di un cruciverba.

La mia tesi, per originalità e solidità dei contenuti, ricevette il voto massimo, il che mi permise di laurearmi con l'ambita formula a pieni voti.

Alla proclamazione - che si svolse a fine pomeriggio - ebbi il piacere di essere dichiarato dottore in Scienze dell'Informazione proprio dal prof che, per coincidenza, era presidente della sessione.

Ancora tu!

Accanto a lui - e questa fu una vera e propria sorpresa - c'era la docente con la quale avevo tentato la tesi di Robotica. Arrivato il mio turno di essere proclamato, mi riconobbe mentre mi avvicinavo al palco.

Ebbe un'espressione fra lo stupito e il "Toh! Quello dei robottini!"

Mi trattenni dal rivolgerle un vaffa.

Finalmente dottore!

Ero molto soddisfatto, sia per aver concluso l'esperienza di studiare Informatica a Pisa, sia per aver svolto una tesi che rispecchiava i miei interessi.

L'inizio di una professione inusuale

Della creazione di giochi enigmistici ne feci poi una professione, portata avanti per una dozzina di anni.

Una necessaria precisazione

Per completezza va precisato che, sebbene l'algoritmo oggetto della mia tesi funzioni egregiamente, non è saggio lasciare mano libera al computer, per motivi la cui spiegazione esula dagli scopi di questo testo.

Meglio che il software si limiti a suggerire via via dove inserire le parole, proponendo ogni volta l'elenco di quelle compatibili con le lettere già presenti.